Escursioni
NOTA: In pieno deserto, circa 145 km a sud ovest di Marsa Alam, si trova la Tomba di Sayyid ash-Shadhili, importante capo sufi vissuto nel XIII secolo, restaurata alcuni anni fa. Tuttavia senza una guida o una buona carta della zona non riuscirete mai a trovarla.

EL QUSEIR

Situata 130 km a nord di Marsa Alam, El Quseir è una località molto apprezzata per i fondali incontaminati e le bellissime spiagge, ma Quseir ha svolto un ruolo importante nella storia dell'Egitto.
Un porto importante che nel 1500 a.C. vide salpare l'esercito della regina Hatshepsut alla conquista della terra di Punt; nel corso dei secoli orde di pellegrini partirono da Quseir per raggiungere l'ambita Mecca, senza contare l'importanza della cittadina nella rotta commerciale dalle Indie alla Gran Bretagna!
Oggi l'antico porto è ancora visibile a nord della cittadina ma è solo una delle tante attrattive culturali di Quseir.
Risale al XVI sec. la splendida Fortezza Ottomana che si trova la centro della città costruita a protezione delle merci provenienti dall'India. Modificata e resa ancora più sicura durante l'occupazione napoleonica la fortezza, recentemente restaurata, subì un forte declino con l'apertura del Canale di Suez, quando le rotte di navigazioni vennero definitivamente cambiate.

Le antiche miniere di smeraldi

E' opinione generale che i faraoni egiziani abbiano cominciato le attività di estrazione degli smeraldi nella zona montuosa del deserto orientale, a sud-ovest di Marsa Alam. Identificata più tardi come Miniere di Cleopatra o Mons Smaragdus (Montagne di smeraldo), l'area divenne il più famoso complesso minerario del mondo antico. Le miniere di Wadi Gimil, Wadi Sikeit, Wadi Nuqrus e Gebel Zabara furono intensamente sfruttate durante i periodi romano e tolemaico.
Lo sfruttamento delle miniere continuò anche nei secoli seguenti, finché furono abbandonate dopo che gli Spagnoli scoprirono gli smeraldi in Colombia nel 1545.Oggi le rovine degli insediamenti minerari di Zabara e Sikeit sono ancora evidenti così come i resti delle strutture di un tempio e delle miniere crollate.

Bir Umm Fawakhir

Un po' più a nord di Wadi Hammamat, nella porzione centrale del deserto orientale, si trova un insediamento minerario (per l'estrazione dell'oro) bizantino, del quinto e sesto secolo, noto attualmente con il nome di Bir Umm Fawakhir. Circa mille Cristiani copti vivevano in questa città di circa duecento edifici. L'oro estratto dalle montagne circostanti era lavato e trasportato verso la Valle del Nilo per la raffinazione. La miniera più grande di Bir Umm Fawakhir si estende orizzontalmente per un centinaio di metri nella montagna ed è alta circa due metri. Oggi si può visitare il sito ed osservarne gli edifici di accurata progettazione, e le antiche iscrizioni incise sui massi di granito presso le postazioni di guardia della città

Mons Claudianus

Nel deserto riarso, tra il Mar Rosso e il Nilo, giacciono le affascinanti rovine di un insediamento romano. Per più di due secoli, dal 68 d.C. al 282 d.C., Mons Claudianus usò le montagne circostanti per produrre colonne d'alta qualità e blocchi da costruzione di granito grigio, noto come granodiorite, all'unico scopo di abbellire la Roma imperiale. Oggi, si possono osservare questi magnifici monumenti nel Pantheon, nella Villa di Adriano e nell'incompleto Tempio di Venere.

Mons Claudianus, il sito romano più grande e meglio conservato del deserto orientale, ospitava un tempo un migliaio persone, tra operai impegnati nelle cave e soldati. Si possono ancora vedere i resti d' una fortezza, delle abitazioni, delle officine, delle stalle e dei bagni, così come di colonne di granito spezzate e di lastroni. Una delle colonne ha le impressionanti dimensioni di 16 metri di lunghezza e 2.4 metri di larghezza, con un peso di 209 tonnellate. Mons Claudianus merita decisamente un'escursione, che si può effettuare, nell'arco di una giornata, partendo da El Gouna, Hurghada, Safaga o Quseir.

Il tempio di Seti I a Kanais

A Kanais, a est di Edfu, lungo la strada del deserto per Marsa Alam, si trova un piccolo tempio tagliato nella roccia, costruito da Seti I (1305-1290 a.C.)

Purtroppo è possibile visitare soltanto l'ingresso del tempio. La camera posta dentro la rupe, con i magnifici disegni di Seti I che colpisce i nemici ed offre un dono al dio Amun, è chiusa al pubblico per ragioni di conservazione.

Non lontano dal tempio, si trova un antico pozzo. Superba arte rupestre di epoca pre-dinastica, risalente a 6000 anni fa, al periodo di Seti I, decora le ripide pareti del wadi, con barche a remi, divinità danzanti, gazzelle dalle lunghe corna, grassi ippopotami e scene di caccia.

Più vicine alla strada principale sono le rovine di un forte romano: un'indicazione di quanto fosse importante questa zona nei tempi antichi.

La Fortezza di Quseir

Fu costruita nel sedicesimo secolo durante il regno del Sultano Selim per proteggere i collegamenti commerciali con l'India.

Le truppe di Napoleone occuparono la fortezza nel 1799, rendendola più sicura grazie a dei cannoni montati in alto sulle mura. Vi aggiunsero anche una nuova piattaforma di avvistamento. Pochi anni più tardi, le forze britanniche scacciarono quelle francesi dopo una feroce battaglia ed aggiunsero una nuova porta alla fortezza. L'apertura del Canale di Suez nel 1869 segnò il declino della fortezza di Quseir.

Recentemente sono stati portati a compimento i lavori di restauro della fortezza. I cannoni sono puntati ancora una volta verso il mare dalle loro originali feritoie. Anche la piattaforma di avvistamento è stata restaurata sulla base delle illustrazioni della Déscription de l'Egypte che era stata commissionata da Napoleone.

Wadi Hammamat

A circa metà strada fra Quseir e Qena, si trova il leggendario Wadi Hammamat. Attraverso la sua valle corre un'antica strada, la più breve dal Mar Rosso al Nilo. Centinaia di iscrizioni rupestri ornano le pareti della secca. Alcuni disegni, come quelli delle antiche barche egizie di canne, risalgono al 4000 a.C.

Ciò che rese veramente famoso Wadi Hammamat nell'antichità, fu la pietra di Bekheny, una bella roccia ornamentale di colore verde, ritenuta sacra. La pietra fu attivamente estratta dai tempi faraonici fino a quelli romani, per la produzione di coppe, statue e sarcofagi. Numerosi oggetti realizzati con pietra di Bekheny sono stati rinvenuti nelle piramidi, nelle tombe e nei templi di questi periodi.

Oggi, non solo resterete meravigliati davanti a disegni che documentano un passato assai remoto, ma avrete anche modo di ammirare i resti di cave, miniere, fortezze, torri di guardia e pozzi, che giacciono sparsi lungo la strada principale.

GEBEL ELBA
Nell'Egitto sud-orientale, ai confini con il Sudan, si trova il Parco Nazionale di Gebel Elba, un'area protetta di 35.600 km2 (la più vasta del paese) e che racchiude una grende varietà di ecosistemi.
Il parco prende il nome dal picco di Gebel Elba (1437m) nella catena di montagne granitiche del sud attraversate dai suggestivi wadi (letti di fiumi disseccati). Da qui l'area si estende attraverso pianure desertiche, dune sabbiose, paludi, "foreste" di mangrovie fino a raggiungere le stupende isole coralline di fronte a Marsa Alam.
Il parco comprende oltre 450 specie di piante e una varietà di animali piuttosto insolita per la zona: 40 specie di uccelli, struzzi, dugonghi, oltre 30 specie di rettili e numerosi mammiferi.
Un'area complessa e caratterizzata da un'ecosistema piuttosto vulnerabile, le piogge sono infatti sempre più rare e mettono a repentaglio anche la vita dei Bishari, la popolazione nomade che abita lungo i wadi.
Shalatin è un piccolo paese di frontiera a 270 chilometri da Marsa Alam sulla costa del Mar Rosso, l’ultimo avamposto egiziano prima del confine amministrativo con il Sudan mentre il confine politico è situato una settantina di chilometri più a sud ad Halaib. Shalatin è divisa in tre zone principali: il porto, il mercato e la zona delle abitazioni mentre alle spalle è contornata da uno splendido deserto di acacie.
Il porto di Shalatin è situato nella zona nord est del paese in una piccola baia colma di piccole barche da pesca tutte colorate, fuori dal porto si trovano alcune abitazioni storiche come il palazzo del governatore e quello delle autorità amministrative. Le case del governatorato sembrano appena pitturate in contrasto con tutte le costruzioni governative del resto del Mar Rosso e la cittadina dà l’impressione di avere una buona urbanistica presentando ampi spazi tra le varie abitazioni, le strade principali del paese sono contrassegnate con indicazioni in arabo ed inglese. E’ al mercato di Shalatin che arrivano i migliori cammelli dal deserto del Sahara dopo avere attraversato l’Eritrea e il Sudan. Da qui percorreranno il triangolo d’oro dei mercati di cammelli dell’Egitto sulla rotta Shalatin, Aswan e Berkash (circa 40 chilometri a nord di Cairo) da dove poi raggiungeranno le coste del nord Africa in Libia e Marocco e poi ancora sul Golfo per le rinomate corse dei cammelli di Abu Dhabi.
Da sempre i cammelli hanno costituito una preziosa dote nei matrimoni beduini e ancora oggi costituiscono un importante assetto patrimoniale nel matrimonio anche se nella Shalatin del duemila si è perso un pò del romanticismo che ha raccontato di matrimoni leggendari tra donne beduine con gli occhi contornati di mascara e gli uomini dediti alla caccia. All’interno dell’enorme spazio adibito al mercato, si formano gruppi di persone che indossano sopra la loro galabya un gilet ricco di tasche nelle quali sono contenuti mazzi di soldi e il cut, una sostanza eccitante con proprietà anfetaminiche che masticano per placare il nervosismo. Sulla testa portano lunghi turbanti di stoffa chiara per proteggersi dal caldo sole, contrattano ad alta voce creando concitate trattative che spesso sembra che si risolvano con risse colossali.
Oggi questi cammelli non sono più “le navi del deserto” di una volta ma vengono trasportati da un mercato all’altro a bordo di capienti pick up, stipati come sardine con le zampe anteriori legate da dove spuntano solo le loro teste ed emettono urla stridenti che si perdono nel silenzio del deserto. I maggiori clienti oggi sono i macellai.
Al mercato di cammelli di Shalatin si accede attraverso l’entrata posteriore dell’unico albergo presente in paese.
È la tribù dei Rashayda a controllarne il commercio, gli arrivi e le partenze da Shalatin. Nomadi e privi di cittadinanza, sono circa 2 o 300 famiglie, stanziate pochi chilometri fuori dal paese. I Rashayda sono gli unici che possono attraversare la frontiera con il Sudan senza necessità di visti e documenti. Negli anni, si sono talmente affermati, economicamente, nel business dei cammelli, che ora appaltano l’attività del trasporto per gli altri mercati dell’Egitto alla tribù dei Bashaira, da cui il nome di un tipo di cammelli. Questa è la Shalatin del 2000, una realtà nomade ai confini con il progresso.